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domenica 1 dicembre 2013

Il Colore Viola

di Fabio Foggetti

Nel 1985 Spielberg non solo dirige il suo primo film decisamente serio, ma con esso da il via alla valanga di emozioni che seguiranno con altri capolavori come "L'Impero del Sole", "Schindler's List", "Salvate il Soldato Ryan", "Amistad", "Munich" e così via.

Ogni cosa vuole essere amata
Avevo visto "Il Colore Viola" solo una volta, molti anni fa e, a parte la scena del rasoio, non ricordavo praticamente nulla (e questo mi sembra di notare è una costante con molti dei film di Spielberg citati fino ad oggi).  Coniugare tanta sofferenza e tanta gioia insieme, così tanti personaggi caratteristici e momorabili, richiede grande maestria e sensibilità (e degli interpreti in grandissima forma).

Mi sento di riassumere il film in pochi pensieri. Le persone sono capaci di una cattiveria e di un egoismo fini a sé stessi da dare il volta stomaco. Da bambini siamo spettatori e vittime succubi degli adulti. Da adulti ancora risuoniamo di tutto ciò. La ribellione è un processo che può richiedere anni. Quando la felicità arriva è travolgente.

Per me un 8 pienissimo, non ho trovato la colonna sonora così memorabile, secondo me l'assenza di Williams "si sente".


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