Michael Freeman's Perfect Exposure: The Professional's Guide to Capturing Perfect Digital Photographs
Vi siete mai chiesti come "ragiona" l'esposimetro della vostra macchina fotografica?
Pensate che il tasto "compensazione dell'esposizione" sia superfluo?
È vero che da quando si può scattare in RAW è pensiero comune non badare troppo all'esposizione, affidandosi completamente al sistema di valutazione della macchina fotografica e intervenendo poi sul file confidando nel fatto che il file RAW permette un certo margine di manovra. Questo margine è comunque minore di quanto credano in molti. Quindi perché non cercare di ottenere l'esposizione migliore possibile direttamente nella fase di scatto?
Perfect Exposure di Michael Freeman viene in soccorso quando ci si comincia a porre questo tipo di problemi. È però un libro che non mi sento di consigliare a tutti. I principianti potrebbero essere un po' spaventati dai grafici o trovare noiose certe elucubrazioni su luce riflessa e luce incidente, o trovare indigesti i paragrafi dedicati alle differenze tra brightness, lightness, luminance eccetera (uso i termini inglesi perché il libro è in inglese e non conosco gli esatti equivalenti italiani). Diciamo che per apprezzare appieno il libro di Freeman è necessario quantomeno avere dimestichezza con l'istogramma.
Io l'ho trovato piuttosto utile per capire come interpretare l'esposizione suggerita dalla macchina fotografica, che solitamente va sempre bene quando la gamma dinamica della scena rientra nei limiti del sensore. Il problema nasce quando la differenza in stop tra le ombre e le luci diventa eccessiva ed è quindi necessario prendere decisioni: bruciare le luci o chiudere le ombre?
Il libro offre parecchi esempi delle possibili situazioni che si possono presentare, sia quando la gamma dinamica è ridotta quindi gestibile senza tagli, sia quando è necessario sacrificare qualcosa.
Freeman spiega come analizzare l'istogramma, cos'è la tonalità chiave rispetto alla quale andrà poi scelta l'esposizione, le differenze tra il sistema visivo umano e il sensore, come reagiscono in modo diverso i vari colori all'esposizione (molto importante). Non manca un piccolissimo accenno all'HDR (che ritengo una tecnica poco interessante) e all'exposure blending (che preferisco).
Dopo aver letto il libro vi ritroverete a pensare un po' di più al momento di inquadrare, forse a ricorrere meno al bracketing, e soprattutto a perdere meno tempo davanti al file RAW sul computer (io ormai scatto quasi solo in JPEG, ma ne parleremo una prossima volta).
Perfect Exposurein italiano si trova in vendita su Amazon Italia.
Pensate che il tasto "compensazione dell'esposizione" sia superfluo?
È vero che da quando si può scattare in RAW è pensiero comune non badare troppo all'esposizione, affidandosi completamente al sistema di valutazione della macchina fotografica e intervenendo poi sul file confidando nel fatto che il file RAW permette un certo margine di manovra. Questo margine è comunque minore di quanto credano in molti. Quindi perché non cercare di ottenere l'esposizione migliore possibile direttamente nella fase di scatto?
Perfect Exposure di Michael Freeman viene in soccorso quando ci si comincia a porre questo tipo di problemi. È però un libro che non mi sento di consigliare a tutti. I principianti potrebbero essere un po' spaventati dai grafici o trovare noiose certe elucubrazioni su luce riflessa e luce incidente, o trovare indigesti i paragrafi dedicati alle differenze tra brightness, lightness, luminance eccetera (uso i termini inglesi perché il libro è in inglese e non conosco gli esatti equivalenti italiani). Diciamo che per apprezzare appieno il libro di Freeman è necessario quantomeno avere dimestichezza con l'istogramma.
Io l'ho trovato piuttosto utile per capire come interpretare l'esposizione suggerita dalla macchina fotografica, che solitamente va sempre bene quando la gamma dinamica della scena rientra nei limiti del sensore. Il problema nasce quando la differenza in stop tra le ombre e le luci diventa eccessiva ed è quindi necessario prendere decisioni: bruciare le luci o chiudere le ombre?
Il libro offre parecchi esempi delle possibili situazioni che si possono presentare, sia quando la gamma dinamica è ridotta quindi gestibile senza tagli, sia quando è necessario sacrificare qualcosa.
Freeman spiega come analizzare l'istogramma, cos'è la tonalità chiave rispetto alla quale andrà poi scelta l'esposizione, le differenze tra il sistema visivo umano e il sensore, come reagiscono in modo diverso i vari colori all'esposizione (molto importante). Non manca un piccolissimo accenno all'HDR (che ritengo una tecnica poco interessante) e all'exposure blending (che preferisco).
Dopo aver letto il libro vi ritroverete a pensare un po' di più al momento di inquadrare, forse a ricorrere meno al bracketing, e soprattutto a perdere meno tempo davanti al file RAW sul computer (io ormai scatto quasi solo in JPEG, ma ne parleremo una prossima volta).
Perfect Exposure
© Paolo Grazioli
Correzione da fare: il libro è disponibile solo in inglese :) (ma lo trovate anche su Amazon Italia).
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