impressioni sulla passione della fotografia e non solo

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lunedì 3 novembre 2014

Mostre: La nascita di Magnum

di Fabio Foggetti


Inaugurata il 31 Ottobre, ha aperto a Cremona, la mia città, questa mostra fotografica che "racconta" le origini dell'agenzia fotografica Magnum.
In realtà, e mi dispiace dirlo, la mostra svolge il suo compitino al minimo. Non parlo da aspirante fotografo o da sedicente esperto di allestimenti, ma da semplice visitatore.
Ovviamente le fotografie di Capa, Cartier-Bresson, Chim e Rodger sono notevoli, interessanti e possono valere la visita, ma il resto lascia molto a desiderare.

Si entra e subito si viene rimandati alla biglietteria del Museo del Violino, dall'altra parte del cortile. Avrei gradito che un semplice foglio stampato sulla porta che mi informasse subito dove fare i biglietti.

Una volta dentro ho apprezzato il fatto che i cartellini al di sotto di ogni immagine sono in doppia lingua (italiano-inglese). Sfortunatamente le didascalie di introduzione dei quatto fotografi sono solo in italiano, tranne una. Ma una perché?! Davvero non so spiegarmelo se non con problemi dovuti ad un qualche tipo di ritardo. Personalmente la ritengo una figuraccia visto che non sono presenti nemmeno semplici fogli stampati sostitutivi, e magari una riga di scuse per il disagio.

Nessuna gigantografia, ah no, una, all'uscita. Poco, pochissimo sulla storia dell'agenzia Magnum. Considerato il pretenzioso titolo dell'iniziativa mi sarei aspettato qualche aneddoto, curiosità, copertine delle riviste più famose dell'epoca, magari fotografie dei nostri "eroi" nella sede (se esisteva) e cose simili. Santi numi, ma fatemi "entrare" nella storia di questa agenzia!

Al bookshop niente catalogo. Forse nel momento in cui scrivo è arrivato, forse.

Morale, per me, se avete già visto qualcosa dei quattro prestigiosi fotografi ospitati, evitate la mostra. Mi piange il cuore dirlo, ma davvero, ne vale la pena solo se siete di Cremona o di passaggio qui per altri motivi. Il biglietto cumulativo per visitare anche l'adiacente Museo del Violino invece vale i soldi che costa.

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