impressioni sulla passione della fotografia e non solo

impressioni sulla passione per la fotografia e non solo

giovedì 26 maggio 2011

100 e un consiglio per il fotografo

Eccomi, finito il libro di Michael Freeman voglio condividere l'impressione che mi ha lasciato. Buon libro, che non costa caro, e su Amazon.it si trova anche a meno del prezzo di copertina. E' il mio primo libro di Freeman e da quello che ho potuto vedere in giro è un autore di manualistica fotografica estremamente prolifico.
Innanzitutto il libro è per chi come me ancora sa poco di tecniche fotografiche digitali ma che non ne è completamente a digiuno. Freeman spazia su quasi tutto lo scibile fotografico, dedicando una o due pagine ad ogni argomento, pagine debitamente illustrate. Il risultato è un volume che si fa leggere molto velocemente che non approfondice nulla ma che mi ha stimolato ed aiutato a capire aspetti fin'ora ostici. Il meglio che può dare un libro simile è proprio aprire le porte della mente del neo-fotografo all'approfondimento dei singoli argomenti.
Valore aggiunto è che Freeman non si allontana mai dall'aspetto artistico ed emozionale dell'immagine, nel libro non ci sono analisi delle lenti, della struttura degli obiettivi e altri discorsi prettamente di ingegneria. 

Tra gli argomenti che personalmente l'autore è riusicito a farmi non solo digerire, ma apprezare, ci sono: il valore dell'istogramma, il bracketing e l'uso dei file RAW. 

Adesso che mi è molto più chiaro come leggere l'istogramma, è difficile, se non impossibile, che vada a scattare senza tenere un occhio sul grafico che appare nell'lcd della mia Nikon. Lo stesso vale per la postproduzione, lo sguardo passa dall'immagine all'altro all'istogramma. L'occhio a volte può essere ingannato se si fa affidamento solo sul monitor del pc. Il bracketing invece è stato un argomento fin qui snobbato perchè la mia macchina non ha questa affascinante funzione, dopo aver letto "100 e uno consigli per il fotografo"  aver superato i miei pregiudizi, mi sono ripromesso di provarlo, magari con l'aiuto di un software specifico. I RAW hanno i loro limiti, dovuti principalmente, come sostiene anche Rockwell, allo spazio che occupano, al fatto che spesso cambiano al variare del modello di apparecchio fotografico e al tempo che "fanno perdere" in postproduzione. Tutte cose vere, ma quello che spesso si ottiene con un RAW è impensabile con un normale JPG e la postproduzione in alcuni casi ho scoperto essere anche divertente.

 A proprosito di RAW, alcune delle foto scattate recentemente in Francia erano RAW, la post produzione mi ha permesso di salvarne diverse troppo sovraesposte e, in alcuni casi, di esagerare per ottenere effetti più vistosi.

Conclusione: libro consigliato a chi sa poco di fotografia ma che già da qualche tempo ha cominciato a maneggiare una reflex.

Nessun commento:

Posta un commento